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I frutti della Comunità: il Centro Internazionale HelderCamara

I frutti della Comunità: il Centro Internazionale HelderCamara

Luogo:

Ogni uomo, con le sue azioni e con le sue omissioni, è responsabile del destino dell’umanità. (Helder Camara)

COME NASCE

Il Centro Internazionale Helder Camara (CHC) Onlus nasce nel 2000 nell’ambito della Comunità Ecclesiale di Sant’Angelo, costruita intorno alla messa delle 11 celebrata da padre Cesare Azimonti dell’Ordine dei Frati Minori Francescani, frate del Convento di Sant’Angelo, nel cuore di Milano.

E nasce su spinta e impulso dell’ingegner Gianfranco Stella, un visionario appassionato, fondatore, padre e anima di questa associazione, voluta come segno profetico e concreto del Giubileo che si svolse quell’anno.

La Comunità si raccolse allora intorno all’idea di Gianfranco, che era quella di dar voce a chi non l’aveva, di fare da amplificatore ad iniziative che, nel mondo, si rivolgevano in particolare a minori, bambini e ragazzi, vittime di violenza o semplicemente di situazioni di deprivazione e povertà educativa. E colse come indicazione programmatica il pensiero e l’azione di dom Helder Camara, vescovo brasiliano promotore di una lotta non violenta ma efficace per superare le ingiustizie che, soprattutto in alcuni contesti del pianeta, rendono la vita sempre più disumana.

Negli anni le azioni dell’associazione si sono diversificate, ma la missione è sempre rimasta la stessa: dare voce a chi non ne ha, battersi con azioni concrete perché le persone, ovunque si trovino, abbiano stessa dignità e stessi diritti. E fare cultura su questi temi, coinvolgendo mondi diversi, ma orientati a diffondere un’idea di fraternità, a proporre cambiamenti a partire dalla costruzione di una società più giusta. (Link ai cicli dei “mercoledì”)

CHI SIAMO

Il Centro Internazionale Hélder Camara (CHC) è un’associazione di volontariato – ODV (ex ONLUS) legalmente riconosciuta, indipendente e laica, che si propone di tener viva la testimonianza profetica e l’insegnamento di dom Hélder Camara (link), con attenzione particolare ai valori della giustizia e della pace.

I soci sono persone con esperienze e formazione diverse, che condividono missione e valori dell’associazione.

La missione e i valori

Il CHC è un’associazione che crede nei principi di equità, responsabilità, solidarietà, partecipazione.

In accordo con i principi promulgati dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (link) e con quelli contenuti nella Costituzione della Repubblica Italiana (link), intende:

promuovere il rispetto della giustizia, della legalità, dei diritti e delle libertà fondamentali, senza distinzioni di etnia, sesso, età, lingua e religione

favorire la laicità, il dialogo tra i popoli e tra le culture

valorizzare e rafforzare le culture locali e le competenze delle comunità.

I PROGETTI

Negli anni le attività e i progetti del CHC si sono sviluppate su due fronti, l’impegno diretto a sostegno di comunità bisognose, in diversi Sud del mondo e la sensibilizzazione del contesto sociale.

A partire dal progetto Giovani Cittadini di un Unico Mondo, che ha visto coinvolte anche realtà in Congo e Zambia, sono seguiti i progetti a sostegno degli ex bambini di strada di Padre Kizito in Kenya e soprattutto la collaborazione con la Comunità di Kwama, in Sierra Leone, con cui si è costruito nel tempo un rapporto privilegiato di amicizia e collaborazione.

Parallelamente sono state realizzate azioni per la sensibilizzazione del contesto italiano, con interventi nelle scuole, realizzazione di convegni e conferenze, progetti di promozione dei diritti e la costante promozione dei valori di giustizia e pace attraverso le nuove tecnologie.

Perché la Sierra Leone

Un incontro quasi casuale, ma provvidenziale. Dopo la conclusione della feroce guerra civile che aveva insanguinato la Sierra Leone per oltre 10 anni, lasciando un paese in macerie, distrutto non solo materialmente, ma anche moralmente, venne a Milano e fu ospitato in Sant’Angelo padre Giuseppe Berton, missionario saveriano da una vita in quel paese. Padre Berton raccontò la situazione drammatica nella quale si trovavano le migliaia di bambini soldato arruolati dai contendenti, bambini ai quali era stata rubata l’infanzia, addestrati ad uccidere senza pietà i loro stessi famigliari. Finita la guerra, questi bambini, spesso mutilati nel fisico, ma distrutti anche nello spirito e nella mente, avevano estremo bisogno di essere, se possibile, recuperati alla vita. Per questo obiettivo Berton aveva un progetto, quello di costruire case per famiglie che si facessero carico di questi ex bambini soldato e chiese, in quell’occasione, aiuto. Il Centro Helder Camara rispose e in poco tempo, nel villaggio di Kwama, non distante dalla capitale Freetown, furono costruite 70 casette, che resistono ancora, per ospitare famiglie accoglienti e ragazzi reduci dalla guerra.

E questo è stato l’inizio.

Conoscendo la realtà e i suoi bisogni, l’impegno dell’associazione è andato via via ampliandosi e nel corso degli anni è stata creata una rete di 16 villaggi sempre nell’entroterra rurale delle capitale, la Community Based Organization (C.B.O.) formalizzata poi nel Kwama Community Development Programmes (KCDP), diventata il nostro interlocutore sul territorio.

E negli anni l’impegno si è moltiplicato:

  • a partire dai bisogni igienico/sanitari, ogni villaggio è stato dotato di un pozzo per l’acqua potabile, sono state costruite latrine per i villaggi e per le scuole,
  • è stato organizzato un centro di formazione professionale per sarti, falegnami, fabbri, muratori, informatici (foto)
  • si è costruito un centro comunitario polivalente per la vita sociale
  • aperto uno show-room per la vendita di prodotti locali
  • si è dato sostegno all’attività dell’unico ambulatorio medico presente sul territorio
  • un centro educativo per la promozione delle attività agricole e la fornitura di input agricoli tramite il micro-credito
  • l’acquisto di strumenti per la coltivazione, un piccolo trattore, macchine per la lavorazione di riso e cassava, sementi, concimi, antiparassitari, sempre in dimensione comunitaria
  • l’acquisto di un pick-up per il coordinatore, i trasporti e gli scambi tra villaggi
  • dopo Ebola, la costruzione di una casa per 10 bambini orfani e abbandonati per strada (casa Bethany)
  • poi, più di recente, l’impegno con le scuole, costruzione, ristrutturazione, arredamento, borse di studio ecc.

• Oggi la Comunità di KWAMA raggruppa circa 10.000 persone che vivono in 16 villaggi; sono nate 20 “community farm” per 400 agricoltori ed è stato costituito un fondo economico comune, alimentato dalle varie attività comunitarie ed utilizzato per le priorità riconosciute nelle riunioni dei capi villaggio dopo aver consultato la popolazione. Il coordinatore locale, mr. Clement A. Kanu, è il nostro referente da 15 anni, ed è riconosciuto, ascoltato e perfettamente integrato nella comunità nella quale vive con la sua famiglia. Inoltre, dopo la partenza dei Missionari Saveriani, collaboriamo sul territorio con i padri David, Francis e Valery della Società delle Missioni Africane (SMA Fathers), in collegamento con l’ Arcivescovo di Freetown, che accompagna costantemente l’azione dell’associazione.

 In tempi più recenti, su sollecitazione e richiesta di amici sierraleonesi che vivono in Lombardia, abbiamo iniziato progetti in altri due villaggi, situati nel centro e nel nord del paese, Makonday e Mamanso Sanka, investendo soprattutto sulla scuola (vedi progetti specifici).