Il Gruppo America Latina della Comunità di Sant’Angelo nasce nel 1976 in risposta a una domanda: la richiesta, un vero dono, viene rivolta alla nostra Comunità durante il periodo di Avvento, dalla Comunità brasiliana di Itaguarù (Stato del Goiàs) attraverso Luisella Ancis, una volontaria laica italiana, tuttora residente in Brasile.
Nasce così il «Gruppo Brasile», che diventerà gruppo America Latina nel 1992, per avere risposto a un’altra chiamata, a un appello di Padre Rutilio Sánchez (collaboratore di Mons. Oscar Romero) che chiedeva sostegno per le comunità impoverite e dilaniate dalla guerra civile in El Salvador.
Le ragioni e il senso del gruppo stanno così nelle origini e nel suo cammino: l’incontro e la solidarietà fra persone che si fa incontro fraterno di comunità, per poi diventare cammino di chiese sorelle.
Nel corso degli anni, la Comunità di Sant’Angelo ha accompagnato e sostenuto l’opera di Luisella Ancis e di Frei Fernando de Brito, quando insieme lavoravano alla coscientizzazione e animazione della piccola comunità rurale di Itaguarù. Abbiamo continuato a sostenere Luisella nel suo servizio ai più poveri e ai più piccoli, a Volta Redonda, cittadina industriale vicina a Rio de Janeiro e poi a Belo Horizonte dove attualmente anima la Ong IUNA, che si occupa di minori a rischio e delle loro famiglie del bairro Saudade, una delle favelas più grandi e problematiche della città. Attualmente IUNA accoglie ogni giorno circa 250 bambini e adolescenti, a cui offre corsi di Capoeira, un aiuto scolastico di sostegno, l’insegnamento dell’informatica, visite a musei, corsi di musica, di danza e di narrativa, e corsi di formazione professionale. Viene anche offerta una merenda ai bambini della favela, che spesso costituisce il loro unico pasto quotidiano.
Frei Fernando, domenicano brasiliano che ha sopportato nella sua carne le ferite del carcere e della tortura infertegli dalla dittatura militare, ci ha insegnato l’importanza dell’amore per la terra e le sofferenze della sua riconquista, con la sua opera di organizzazione delle lideranze sindacali e con l’infaticabile azione in difesa dei perseguitati; e ci ha poi consentito di scoprire il senso profondo dell’ascolto e dell’apertura all’ecumenismo, quando la sua missione lo ha condotto a Bahia.
Nel corso degli anni abbiamo dato ascolto alle invocazioni di aiuto dei Sem Terra, accompagnando il percorso di formazione di Otacilio, Alair e altri amici del sindacato della terra, per diventare leaders sindacali agrari.
L’appoggio alla riconquista della terra, bene indispensabile alla vita di milioni di contadini, ci conduce ad appoggiare anche i progetti educativi dei Sem Terra nel Goias e l’opera di evangelizzazione e organizzazione di frate Rodrigo Peret Ofm in Minas Gerais (Brasile).
Grazie a Dom Tomas Balduino, per molti anni Vescovo in Goiàs a lato delle lotte dei poveri, abbiamo conosciuto e per molti anni accompagnato l’infaticabile lavoro degli operatori dell’Ospedale San Pio X di Ceres, fondato con l’esclusiva finalità di prestare assistenza medico-ospedaliera ai pazienti privi di risorse economiche. Contribuire all’acquisto di un macchinario per i raggi X, alla riparazione del tetto, all’apertura di un padiglione per una maternità umanizzata sono state occasioni, per la Comunità, di farsi prossimo a chi operava in condizioni proibitive per assistere fratelli altrimenti in abbandono totale.
La nostra amica Soave Buscemi, teologa biblista che ha scelto di vivere in Brasile oltre trent’anni fa per condividere vita e Bibbia con gli ultimi e gli impoveriti, ha condiviso con noi la domanda dei Senza Terra del sud del Brasile e poi la sfida di costruire, anche col nostro aiuto, la Casa Ecumenica Recriando a vida, che si trova nella periferia di Lages, nel quartiere marginale Gralha Azul. La Casa è nata per la volontà di offrire uno spazio di incontro e formazione per donne e madri di famiglia, che costituiscono, insieme ai loro figli, una fascia molto vulnerabile della società brasiliana. La Casa ha organizzato gruppi che lavorano per la produzione di biscotti e pane, sapone, artigianato e orti, in una logica di economia solidale che crea anche un piccolo reddito familiare.
Nel 1992 alla nostra comunità giunse la domanda, il grido, di El Salvador, il più piccolo paese del Centro America, martirizzato da 12 anni di guerra appena terminata, attraverso le voci e il volto di Padre Rutilio (Tilo) Sánchez e di Mariella Tapella. Ma dietro loro più di cinquanta comunità, uomini e donne sofferenti, a chiedere la condivisione di un cammino. Come potevamo rispondere no? E benedetto è stato il nostro sì, che ha preso le forme di forni solari, biblioteche popolari, adozioni a distanza, corsi biblici… Ancora oggi, accompagniamo la straordinaria e infaticabile opera di solidarietà, educazione e coscientizzazione sostenendo il lavoro di un promotore, figura di educatore che opera e vive nelle comunità. Ma il dono più bello viene da loro: l’incontro con la straordinaria figura di Monsignor Romero, la forza di una fede semplice che sa incarnarsi nella vita, la fraternità di comunità sorelle pur se distanti.
L’America Latina è il luogo dell’anima e dello spirito che ha dato il nome al nostro gruppo e ha costituito il volto di questa comunità: in questo senso è stata per noi come un battesimo, una rinascita comunitaria e personale, un’identità sempre nuova che ha segnato il cammino e le scelte dell’intera comunità di Sant’Angelo. In Brasile e in Salvador siamo andati «a scuola»: abbiamo viaggiato, incontrato il mondo impoverito, non per inviare aiuti, ma per accompagnare persone e comunità, ricercando le cause della povertà e delle situazioni di oppressione che incontravamo.
Oggi continuiamo a sentirci interpellati da un continente ancora sotto assedio per troppe questioni rimaste irrisolte: una riforma agraria mai realizzata, l’agrobusiness che sottopone aree enormi a sfruttamento agricolo intensivo, lo sfruttamento minerario che inquina ed è causa di danni ambientali e umani incalcolabili. Per tutto questo, per i fratelli del Brasile e del Salvador che con fedeltà non vengono meno al loro impegno a fianco degli impoveriti, per la loro lotta in difesa della giustizia, anche noi teniamo fede alla nostra scelta di sostenere progetti, organizzazioni di base e comunità che hanno bisogno della nostra solidarietà.
Abbiamo un debito di riconoscenza nei loro confronti. Abbiamo infatti ricevuto e continuiamo a ricevere più di quanto abbiamo creduto di dare: l’America Latina ci ha insegnato a muovere i primi passi verso una visione globale dell’umanità, visione che ci ha aiutato e ci aiuta ancora oggi a comprendere meglio la nostra realtà e a cogliere le nuove sfide e le speranze che le accompagnano: dalla teologia del pluralismo religioso all’impegno in difesa del diritto umano all’acqua, dalla sovranità alimentare all’ambiente. Novità di cammino che abbiamo riconosciuto prima là e poi qui, nel nostro cosiddetto primo mondo.
Ma la novità più profonda che le comunità latinoamericane continuano a donarci, consiste anche nel farci capaci di riconoscere e credere nelle potenzialità dei piccoli e dei poveri; nel farci riconoscere che non siamo noi a dover agire per loro: sono loro stessi – e forse solo loro – che, insieme, potranno fare il Regno e mutare la storia. Noi siamo chiamati a farci loro fratelli, prossimi e minori, una volta tanto…
Siamo chiamati a uno sguardo nuovo, una mente e un cuore libero, una concezione differente di vita felice e di bene condiviso; siamo chiamati a imparare da loro, che da quelle terre lontane continuano a darsi interamente per la giustizia, per la comunione, per una vita degna per tutti.
Per informazioni sui Progetti del Gruppo America Latina: mara.castelli@gmail.com
Gruppo America Latina