Tutti i lettori di “In Famiglia” e molti altri amici di Sant’Angelo sanno che una delle iniziative più belle e interessanti della locale comunità francescana è la “Scuola di spiritualità francescana”, esperienza originale e quasi unica all’interno delle varie espressioni francescane che riempiono l’Italia.
Bene, la Scuola sta cambiando e si fa nuova possibilità per tante persone. Quando è nata nel quasi lontano 1980, la proposta aveva interessato molto: conoscere Francesco e il movimento francescano per tre vie complementari tra di loro: il sapere, la dimensione francescana, la condivisione fraterna (avevamo trovato tre verbi per la carta d’identità: sapere, pregare, condividere). Francesco ti prendeva tutta la vita: “scuola” voleva dire vita di Francesco e innamoramento del Cristo.
L’impegno non era piccolo: tre anni con frequenza settimanale obbligatoria (giovedì) con uno sviluppo articolato: un tempo di lezione, preghiera del vespro con i frati, cena condivisa, secondo tempo di lezione (dalle 18.30 alle 22.00). Era la vita che si fermava, si interrogava, si faceva preghiera, diventava fraternità.
Molti furono gli studenti in questi anni (50 ogni triennio), ci furono anche dei no per non appesantire il cammino che era (ripeterei) pensare, pregare, programmare, sognare insieme. Francesco ci aspettava, ci accompagnava, ci rimetteva nella vita della città.
La cosa nuova (e forse la più bella) era che la scuola era esperienza di tutta la fraternità. I frati nel contempo si facevano fratelli, accompagnatori, maestri.
L’interesse è andato crescendo e sorgeva ancora il desiderio, il bisogno di farne parte. Avevamo un programma che si apriva coraggiosamente al futuro, ma è arrivato il Coronavirus. Siamo rimasti anche noi smarriti: come ripetere, conservare la dimensione del vissuto, della piena condivisione che si era rivelato il segreto di tutto? Qualche mese di interruzione, poi la necessaria scelta dell’online…
Ci stiamo abituando a fatica, ma il vissuto già ha trovato le strade per nascere e costruirsi. In più abbiamo scoperto di essere una presenza che può donare cose positive al vuoto, all’ansia, alle povertà del tempo presente.
Noi ci troviamo ogni giovedì sera e sentiamo di farci fratelli sempre di più. È difficile ma stupendo, faticoso ma luminoso: è un mondo che si apre e ci aiuta. Aiutiamo anche noi a costruirlo.
padre Cesare Azimonti