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Tutte le vite contano

Tutte le vite contano

Luogo:

Ci voleva la morte di Joussef, piccolo bambino di 6 mesi, poco più che neonato, in un naufragio nel Mediterraneo, ci voleva la morte di Joussef e la disperazione della sua giovane mamma perché ci risvegliassimo e ci accorgessimo che gli sbarchi continuano, che le stragi continuano, nell’indifferenza generale.

Siamo troppo presi dai nostri problemi, dal Covid che continua ad imperversare, la cui gravità certo non neghiamo, ma non vediamo e non parliamo d’altro, ripiegati sulle nostre paure.

La salma del piccolo Joussef, originario della Guinea, rimasto vittima del naufragio di mercoledì in acque libiche, è stata portata a Lampedusa dove gli è stato fatto un pietoso funerale al quale hanno partecipato i lampedusani al posto di parenti e amici, al posto di chi avrebbe titolo per chiedere giustizia per una morte assurda, l’ennesima. 

Di “ennesima ennesima tragedia che si consuma a pochi chilometri dalle nostre coste nell’indifferenza generale” ha parlato anche don Gianni De Robertis, direttore generale della Fondazione Migrantes, dopo il naufragio.  De Robertis ha espresso il dolore della Migrantes per queste “morti innocenti”.

Eppoi c’è la voce del Papa che continua a smuovere milioni di coscienze: «I miei pensieri vanno specialmente ai tanti uomini, donne e bambini che si rivolgono al JRS (il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati) per cercare rifugio e assistenza, sappiano che il Papa è vicino a loro e alle loro famiglie e che li ricorda nelle sue preghiere» così si è espresso Francesco in una lettera che è stata recapitata tra gli altri anche al romano Centro Astalli in occasione del 40° anniversario dalla fondazione del JRS da parte del servo di Dio Pedro Arrupe. «Oggigiorno troppe persone nel mondo sono costrette ad aggrapparsi a barconi e gommoni nel tentativo di cercare rifugio dai virus dell’ingiustizia, della violenza e della guerra».

«Strage senza fine nel Mediterraneo» ha sintetizzato il quotidiano della Santa Sede, l’Osservatore Romano facendo proprio il nuovo grido di dolore del Papa per il dramma dei migranti. «Parole – annota il quotidiano d’Oltretevere – che assumono un significato particolare alla luce delle ultime notizie che arrivano dal Mediterraneo, che riportano l’ennesimo, tragico naufragio.”

Non possiamo restare muti di fronte a queste quotidiane tragedie, non possiamo restare muti di fonte a una politica assente, in Italia ma anche in Europa, una politica che nel nostro paese non è ancora stata capace di cancellare quei cosiddetti “decreti sicurezza” che condannano a morte sicura, tra la nostra indifferenza, centinaia di persone in fuga da situazioni intollerabili, disumane. Oggi solo una vecchia nave di una ONG spagnola, la Open Arms, opera nel Mediterraneo, troppo poco per contrastare la tragedia che continua a consumarsi, ma noi, che abbiamo il Samaritano come esempio e riferimento, abbiamo perso la voce, chiusi nelle nostre paure e nelle nostre difese.

Ci verrà chiesto conto di tutto ciò e allora forse sarebbe il caso di trovare insieme strade di giustizia, per denunciare la disumanità di leggi e politiche che condannano a morte esseri umani, perché non possa essere detto di noi “ ero straniero e non mi avete accolto”. (Rosanna Tommasi)